• Comunicato Stampa - Intitolazione di un giardino pubblico a Matteotti

    L’Amministrazione comunale di San Lazzaro di Savena, con delibera di giunta n. del ha intitolato, nel centenario dall’omicidio, un giardino a Giacomo Matteotti, deputato socialista trucidato dai fascisti il 10/06/1924. Il 30 dicembre 2024 alle ore 12, nel giardino dietro alle scuole elementari Donini verrà scoperta la targa commemorativa.

    Con emozione annunciamo che la nostra richiesta di intitolazione nel centenario dall’omicidio Matteotti è stata accolta dall’Amministrazione del Comune di San Lazzaro di Savena.
    Avevamo inviato la domanda a luglio e la sindaca Marilena Pillati aveva preso a cuore la nostra istanza.
    Un segnale che, di fronte all’avanzare di sentimenti di odio e divisione di una certa parte politica del Paese, il pensiero riformista e socialista di Matteotti è più che mai attuale, in difesa dei diritti dell’uomo, dei lavoratori e di una società sempre più democratica e partecipativa.
    I suoi valori di libertà, democrazia e giustizia sociale, per i quali pagò il prezzo della propria vita, devono essere fonte di ispirazione oggi più che mai a tutte le giovani generazioni le quali hanno come obiettivo quello di saldare e rivitalizzare una società più giusta, equanime e solidale.
    Ringraziamo la sindaca Marilena Pillati, la Giunta e il Consiglio Comunale per aver dato un segnale forte e inequivocabile di onestà storica nei confronti del deputato socialista antifascista Giacomo Matteotti a cento anni dal suo omicidio, infangato tra l’altro da alcuni episodi di vandalismo nel nostro Paese da parte di neo fascisti ad un suo monumento a Riano, vicino Roma, e a un busto bronzeo a Bolzano.

     

    CSP Resto del Carlino. Omaggio a G.Matteotti.21 dicembre 2024. 1

     

     

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  • Conferenza - "Senza distinzione di sesso"

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  • Presentazione libro di Valdo Spini

    CSP Istituto Parri

  • Trigesimo Ottaviano Del Turco

    trigesimo ottaviano del turco

  • Comunicato stampa

    Il Circolo storico-culturale Sandro Pertini di San Lazzaro di Savena ha inoltrato la richiesta di intitolazione di una via, strada, parco, giardino, impianto sportivo a Giacomo Matteotti all’Ammistrazione comunale di San Lazzaro di Savena il 25/07/2024 per il centenario dall’assassinio del deputato socialista

     

    Immagine1La sua morte colpì uno dei più coraggiosi oppositori del regime fascista, un uomo che osò denunciare i brogli elettorali e la corruzione nel governo di Benito Mussolini.

    Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti pronunciò nell'Aula della Camera il suo ultimo discorso, che gli sarebbe poi costato la vita.

    In quel discorso, Matteotti difese la libertà politica, incarnata nella rappresentanza parlamentare e in libere elezioni. La proposta di Matteotti di far invalidare l'elezione almeno di un gruppo di deputati, secondo le sue accuse, illegittimamente eletti a causa delle violenze e dei brogli, venne respinta dalla Camera con 285 voti contrari, 57 favorevoli e 42 astenuti.

    Il 10/06/2024 è ricorso il centenario dal barbaro assassinio di Giacomo Matteotti. Deputato, socialista, giornalista, antifascista e segretario del Partito Socialista Unitario che il 10/06/1924 venne sequestrato dalla banda di Amerigo Duini, ucciso, smembrato e il cadavere abbandonato alle porte di Roma, presso la macchia della Quartarella.

    La lezione di Matteotti, oggi più che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza, la sopraffazione, l’intolleranza e l’odio per l’avversario politico.

    Il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, dal quale la nostra associazione prende ispirazione, da presidente della Camera dei deputati ebbe il grande merito di pubblicare nel 1970 i discorsi parlamentari di Matteotti.

    Riteniamo pertanto che, nel centenario della sua morte, l’Amministrazione del Comune di San Lazzaro di Savena può rendere omaggio a un uomo che per i suoi valori di libertà, democrazia e giustizia sociale pagò con la propria vita l’opposizione al nascente regime totalitario, quello fascista, che per un ventennio soffocò e oppresse il popolo italiano.

    Nato il 22 maggio 1885 a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, dopo aver frequentato le scuole elementari pubbliche di Lendinara, venne iscritto al liceo ginnasio “Celio” di, diplomandosiil15dicembre1903all'etàdidiciottoanni.Pocointeressatoall'attività difamiglia, Giacomo si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza all'Università di Bologna, laureandosi il 7 novembre 1907 con 110 e lode presentando una tesi sulla recidiva scritta in collaborazione col professore Alessandro Stoppato.

  • Guglielmo Epifani : un sindacalista socialista

    Guglielmo Epifani : un sindacalista socialista

     

    guglielmo epifani

    Il 7 giugno è venuto a mancare Gugliemo Epifani. Socialista, sindacalista, ex presidente della CGIL, parlamentare della Repubblica italiana, presidente della 10ªcommissioneattivitàproduttive della Camera dei deputati,  ex segretario del Partito Democratico.

    Nato a Roma il 24 marzo 1950, si diplomò al liceo classico Orazio. In seguito, si laureò in Filosofia alla Sapienza di Roma con una tesi su Anna Kuliscioff, altra protagonista del socialismo italiano e compagna del fondatore del Partito Socialista, Filippo Turati.

    Dopo la laurea, si iscrisse alla CGILdoveiniziò la sua carrieracome sindacalista, poi nel 1974 venne nominato alla direzionedella casa editriceESI. Nel 1979divenne dirigente sindacale come segretario generale aggiunto della categoria dei lavoratori poligrafici e cartai, grazie al suo eccellente lavoro e alla profonda conoscenza maturata nell’ESI. Coordinò le politiche contrattuali delle categorieper approdare infine all'ufficio industria della stessa CGIL. Nel 1990Epifanientrò  nella segreteria confederale e nel 1993 fu nominato segretario generale aggiunto.Importante figura del Partito socialista italiano negli anni ‘80, in seguito allo scioglimento del PSI passò ai Democratici di Sinistra. Nel 1994, Epifaniassunse l'incarico divicesegretario generale della CGILe nel 2002 diventò ilprimo socialista a guidare la confederazione dai tempi della sua ricostituzione nel 1944: cinquantotto anni dopo Bruno Buozzi.

    Fu lui nel 2002 ad annunciare al congresso della Cgil la decisione che portò poiun milione di lavoratori in piazza contro la riforma dell'articolo 18 voluta dal governo Berlusconi. Nel 2010 terminòil suo mandatosindacale. Nel 2013 fu eletto deputato alla Camera dei Deputati nelle liste del Partito Democratico e ne divenne segretario reggente fino a dicembre dello stesso anno. Nel 2017 aderì ad Articolo 1 e in seguito rieletto deputato alle elezioni politiche del 2018 con Liberi e Uguali.

    Fino all’approvazione della riforma del lavoro, nota come Jobs Act, Epifani difese l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, una pietra miliare e una conquista socialista vinta grazie a Giacomo Brodolini e Gino Giugni.

     

     

     

    Manuele Franzoso

  • Sandro Pertini e la bandiera italiana

    Sandro Pertini e la bandiera italiana

    a cura di Stefano Caretti e Maurizio Degl'Innocenti

     Copertinasandro pertini e la bandiera italiana

    “Lotto per la libertà perché senza di essa non sono nessuno, perché ho dovuto riconquistarla dopo una lunga e dura lotta. Per me la libertà è cosa più preziosa, qualcosa che non si può alienare. Ho gettato tutta la mia giovinezza sul fuoco della lotta per la sua conquista, e se a me, socialista, mi dovessero offrire le più radicali riforme sociali al prezzo della libertà, rifiuterei, perché la libertà non può essere merce di scambio. E, nonostante tutto, che dono fragile è la libertà; si dissolve immediatamente se le viene a mancare il suo ingrediente naturale, la giustizia sociale. Questo è il campo dove si conquista la liberà, ed è lì che bisogna difenderla contro chiunque la minacci con la violenza; davanti a quella violenza non si può cedere”.

    Così si esprimeva Sandro Pertini all’indomani della sua elezione a Capo dello Stato, il 9 luglio 1978. Questo suo pensiero ha guidato tutta la sua vita di politico antifascista, di padre costituente, parlamentare, Presidente della Camera dei Deputati e, infine, come Presidente della Repubblica. Il libro “Sandro Pertini e la bandiera italiana” è una raccolta di articoli di giornale, italiani, europei ed extraeuropei, sulle visite del socialista ligure nei vari Paesi del mondo. E in tutto il mondo Pertini ha portato la sua idea di libertà, socialismo e giustizia sociale. Da Capo di Stato, Pertini proiettò la lotta per la difesa dei diritti civili e umani a livello internazionale, amando ripetere di essere orgogliosamente italiano ma di sentirsi anche e soprattutto cittadino del mondo. Travalicando talvolta i limiti imposti dal rigido protocollo diplomatico, si pronunciò duramente contro l’apartheid nell’Africa australe o le repressioni messe in atto dalle dittature sudamericane, o l’intervento sovietico in Afghanistan. Nessun capo di Stato o uomo politico italiano ha conosciuto all’estero una popolarità paragonabile, e ciò nelle sedi più diverse. All’arrivo negli aeroporti, dove attenderlo oltre alle autorità politiche e militari del Paese ospitante, circondando la propria bandiera, Pertini andava dritto a baciare il vessillo di quello Stato. Il settimo Presidente della Repubblica Italiana ha introdotto il rito del “bacia bandiera”. Un gesto semplice ma dal chiaro significato: il rispetto delle istituzioni di quel Paese e il sentimento di vicinanza a tutto quel popolo, nessuno escluso. Il tricolore italiano, presente a ogni cerimonia, diventava implicitamente simbolo, incarnato dal Presidente, di un abbraccio fraterno a tutti i popoli della terra. In ogni suo discorso, Pertini sottolineava che sì, si sentiva cittadino italiano, ma anche cittadino del mondo. Questo pensiero non l’accompagnò solamente durante il suo settennato, per ricevere applausi e consenso. Tale sentimento di amore e fraternità verso tutta l’umanità provenivano da molto lontano. Sandro Pertini non ammetteva, fin dalla sua giovane età, contrasto tra Socialismo e Patria, intesa come insieme di valori condivisi e radicati storicamente, nella fattispecie nell’epopea risorgimentale, e come espressione più alta dell’identità comunitaria alla cui base poneva la famiglia stessa. Con forza e coerenza, egli ne respingeva l’uso strumentale in senso nazionalistico e colonialistico. Tale posizione sostenne con coraggio il 12 febbraio 1925 di fronte al Comandante del Distretto militare di Savona, che sollevava appunto il problema dell’inconciliabilità tra lo status di ufficiale di complemento in congedo e quella fede politica, asserendo che era un errore insegnare agli uomini ad amare solo la propria Patria, perché era necessario educarli a un amore più alto, “a quello dell’umanità”. Una sintonia che potremmo definire tra “culto autentico della Patria” e “internazionalismo socialista”, ritenendoli entrambi fondati sul presupposto del rispetto e dell’apprezzamento delle patrie altrui. Ecco, dunque, un altro esempio della coerenza di pensiero tra il Sandro socialista e il Sandro Presidente della Repubblica.

    Manuele Franzoso

     

     

 il presidente di tutti 1Sandro Pertini  Il presidente di tutti
              a cura di Franco Cazzola

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